42: sentirli tutti e non sentirli per niente

Cammino Primitivo, giorno #1

Da Oviedo a Cornellana

Km: 42

Difficoltà 9 (per la lunghezza)

Bellezza: 9 (finalmente tanti boschi e ruscelli!)

Le spese: 6 euro all’Albergue de Pelegrinos di Cornellana + Spesa al Lidl di Grado: 15 euro + 6 euro App Cammino Primitivo. Totale = 27 euro

Le mie dritte:

1. Con 18 giorni nelle gambe di Cammino, il tanto temuto Primitivo non appare diverso dai giorni precedenti in quanto a impegno. Dunque se te la senti, puoi tranquillamente allungare la tappa fino a San Juan (30 km), o fino al meraviglioso Albergue/Monastero di Cornellana;

2. Questo è uno dei migliori Albergue municipali che abbia mai incontrato: pulitissimo, curato e con una location stupenda. E poi si trova sempre posto. Vale assolutamente l’allungo!

3. Dopo aver fatto la spesa da Lidl, mi è toccato fare una buona salita. E allora mi sono resa conto una volta di più di quanto conta il peso: 2/3 chili in più o in meno nello zaino fanno un’enorme differenza…ricordatene prima di partire da casa!

4. Anche nel fare la spesa non serve esagerare. Sul Primitivo c’è un’eccessiva preoccupazione nel rimanere a corto di scorte. Non è vero, si attraversano anche grandi città;

5. Christophe mi ha fatto notare il diverso uso dei bastoncini a seconda dei tappi che metti: i migliori per camminare sull’asfalto sono quelli tondi, a cipolla. In generale comunque, quando andiamo nel fango o su sterrato, sarebbe meglio togliere del tutto i tappini e mettere le rondelle anti-affondamento.

Quello che non vi ho raccontato di ieri è che mentre mi asciugavo dalla doccia fatta di straforo mentre ero in fila per aspettare che Lurch (vedi maggiordomo della famiglia Addams) mi desse udienza, ho fatto quasi un giro della morte completo prima di piombare in terra.

Me ne stavo bel bella in piedi nel classico bagnone comunitario ad asciugarmi con i piedi saldamente infilati nelle ciabatte, per evitare ogni contatto con gli avanzi delle battaglie acquatiche di chissà quante donne prima di me. Memore dei miei 10 anni di ginnastica artistica, ho sollevato un piedino per infilarlo nel pantalone in stabile equilibrio. E così, dopo un po’ di paracadutismo e parapendio, e dopo zipline varie sperimentate sopra i paesaggi del mondo, ieri ho realizzato il mio primo volo in bagno: con uno straordinario effetto d’aquaplaning, il piede che era rimasto inciabattato è slittato in avanti con tanto di boato per la rottura del muro del suono, così da ribaltarmi indietro alla velocità della luce.

Nell’ordine ho sbattuto:

1. La mandibola al gradino della doccia;

2. Il gomito sinistro alla parete dietro di me;

3. Bacino e sacro rovinosamente in terra.

Il volo è stato talmente straordinario che la mia vicina di doccia, una deliziosa ragazza francese dai grandi occhi blu, è rimasta così impietrita che nel vederla ho temuto il peggio. Con molta calma ho fatto l’appello dei vari pezzi, lodando il cielo ad ogni cenno affermativo degli stessi. Altro che Primitivo, sai che foto avrei postato oggi?

E invece, oltre alle lodi al cielo, ora sono qui per farle anche a me e ai miei cari pezzi. Perché cavolo, a 42 anni sono ancora tutta intera e tosta!

Oggi, mentre macinavo alla grande chilometri su chilometri, mi dicevo:

sono molto più forte ora di quando avevo 18 anni e mi rompevo le scatole a camminare in montagna!

Sono molto più in forma oggi che a 20 anni, quando mi prendevo molto meno cura di me!

Sono vitale oggi più che mai, perché apprezzo la vita come mai ho fatto prima!

Mi dicevo tutto questo e un sacco di altre cose a ruota libera, in preda a un’esaltazione vitalistica dovuta al sentire tutti i miei pezzi ingranati alla grande (tra cui i piedi sellati come nuovi) e godendo di ogni centimetro di Primitivo, tanto da andare sempre più avanti, sino alla cifra record che mi ha portata a riposare stasera in uno stupendo monastero a Cornellana: 42 chilometri, come i miei anni.

Che sento tutti ma non me li sento per niente, come i chilometri di oggi.

E così voglio condividere un concetto che per me altro che Copernico: quello per cui più gli anni passano, più davvero possiamo ringiovanire.

Lo dico sempre e ovunque da quando ho compiuto 40 anni. Cioè: se ti senti sempre giovane, se ti prendi cura di te, se mangi bene, ti muovi, sorridi invece che fare il broncio, ringrazi invece di lamentarti…beh, in fondo non fai altro che accumulare giovinezza da sempre più tempo! E quindi, a rigor di sillogismo è corretto dire che, così vivendo, più il tempo passa più sarai sempre più giovane.

Ergo…giovane da più tempo = sempre più giovane.

Mentre m’inerpicavo sui dislivelli verticali di questa prima vera tappa di Primitivo, mentre serpeggiavo nei boschi così verdi da accecare, mentre discendevo tra sassi e fanghi badando come mai prima d’ora alla mia fatidica caviglia destra, malferma da 25 anni…

mi ripetevo: è così che voglio vivere. Sana, forte, salda e flessibile. Sentirmi sempre più giovane ma non per paura di invecchiare anzi: io adoro invecchiare, perché per uno spirito sempre più giovane significa nient’altro che crescere. Aumentano i file e i software e, avendo cura dell’hard disk, il passare del tempo si rivela un vantaggio a tutti i livelli. Aumentano le esperienze, le competenze, la sensibilità, la saggezza.

Così oggi mi sono regalata degli scatti in mezzo al bosco flessuosi come i rami, selvaggi come le foglie nel vento, striata io di vari gradi di abbronzatura come il legno nelle sue diverse sfumature di colore.

Perché il Cammino esercita anche un potente richiamo della foresta, significa prima di tutto immergerti per giorni e giorni consecutivi in un ambiente totalmente naturale. Per questo ho deciso di virare dai paesaggi stupendi del Norte ma percorsi su troppo asfalto, verso questa via interiore, molto più solitaria e silenziosa.

Per questo, anche, ieri ho scritto il post più difficile che abbia mai portato a termine durante questo viaggio: perché il rimmergerti nella città confonde e disorienta, spezza la tua espansione, la tua crescita nutrita dalla linfa dei boschi. Una crescita che ti rinnova continuamente, che contribuisce appunto alla tua essenza sempre più giovane, più rigogliosa e fresca…una nuova pianta su di un’antica terra.

Ieri invece, certo Oviedo è splendida, ma normalmente la mano corre sulla tastiera dell’iPhone e pubblico i post in pochi minuti. Invece il mio pensiero procedeva più affaticato e contorto.

E che ognuno di voi, in questo tempo d’estate in cui è più facile farlo, possa scoprire in sé il coraggio del sentire questa linfa e questa giovinezza. Basta ascoltarsi un po’, lasciare andare quello che è davvero vecchio, aggiornare sotto le stelle di queste notti la lista dei desideri, e regalarsi una camminata nei boschi.

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