CdS19: Una leggenda e una storia

La scheda del Camino giorno#19: da Hospital de Obigo (880 metri) a El Ganso (900 metri), 30 chilometri compiuti in circa 7h30 ore di cammino. Percorso con saliscendi e qualche salita.

Difficoltà percepita per Abha: 7/10 – Difficoltà percepita per Andrea: 7,5/10 – Feeling per Abha: 8,5/10 – Feeling per Andrea: 8,5/10. 
Le nostre impressioni: Tappa stupenda: resa magica dalla partenza dal Puente Hornoso, dall’incontro con David al Paradiso dei Pellegrini, dall’arrivo nel delizioso paesino di El Ganso. Un percorso bellissimo nella sua varietà di paesaggi e nei suoi attraversamenti di città (Astorga, splendida, dove abbiamo pranzato) e di paesini mozzafiato nella loro semplice bellezza.
Le spese: Pasti 40 euro – Snack 7 euro – Pernotto: 16 euro (consigliatissimo l’Albergue Gabino di Aaron).

Si raccontano tante leggende sul Cammino, e ne ascolti tante camminando. Ieri ci siamo fermati in questo posto magico e sperduto, Hostal de Orbigo, e il suo meraviglioso ponte aveva richiamato più volte la nostra attenzione. Poi stamattina, facendo colazione, il racconto della leggenda: nel millequattrocentoequalcosa un cavaliere, per dimostrare il suo amore invincibile alla sua bella, sfidò 300 cavalieri provenienti da tutta Europa. La scommessa era che nessuno sarebbe riuscito a oltrepassare el Puente Honroso, il Ponte dell’Onore. E così accadde. Il cavaliere poi, che si chiamava Suero de Quiñones, andò a piedi fino a Santiago per ringraziare il Santo per l’impresa miracolosa agguantata. E così stamattina, attraversando quel ponte per l’ultima volta, anche noi abbiamo chiesto ispirazione a quel posto per un’impresa nostra personale, che portasse onore alla nostra vita.


Il sentiero oggi è tornato a essere bellissimo: boschi e montagne sempre più vicine. Sulla cima di un colle, compare David con la sua storia. Non ancora leggendaria, perché è talmente umana e semplice che vuole rimanere qui, saldamente alla misura dei pellegrini. David, occhi di cielo, piedi scalzi, un fazzoletto in testa sui capelli neri, si è inventato il Paradiso dei Pellegrini: un idillio autentico, qualcosa di mai visto. Un’oasi alla fine della salita, in cui ti accoglie la visione di grandi vassoi di frutta con mango, melone bianco, pesche e pere succosissime, al fianco su un carretto, che sembra uscito da un libro di fiabe, trovano posto succhi organici d’ogni gusto, uva, melograno, mela, prugne, creme spalmabili biologiche, bacche, frutta secca, uova fresche, pane nero e gallette di riso, bevande calde e la collezione completa degli Yoghi Tea: tutto a disposizione gratuita degli avventori.
Vado da David incredula: ma perché fai tutto questo? “Il dono che ne ricevo è senza prezzo”, mi risponde. E così, senza dover pagare nulla, se lo senti puoi lasciare un regalo al generoso ospite, sottoforma della moneta che vuoi. Ci sfamiamo con la gioia dei bambini a un picnic sul prato, tra i fiori di David, le amache, i canapè di legno e le stoffe esotiche, notiamo che anche lui ha costruito un labirinto di pietre oltre ad altre sculture un po’ naïf, un po’ fantastiche. E intanto continuiamo la scritta allegra che campeggia sul suo carretto colorato continua a guardarci: “la chiave dell’essenza…è la presenza”.


Arriviamo nel tardo pomeriggio El Ganso, dopo 30 chilometri di marcia. Un paesino commovente di 20 anime. Il giovane Aaron ci accoglie con il suo sorriso manipolando di continuo la sua coda di cavallo tra le mani: ci fa strada nella sua casa-Albergue e ci sistema in una mansarda deliziosa. Per cena abbiamo appena finito di mangiare nella tienda di suo padre una zuppa di verdure indimenticabile e altre cose semplici, che anche stasera ci fanno sentire a casa.

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