Con umiltà

Cammino Primitivo, giorno #4

Km: 29

Da Berducedo a Castro

Difficoltà: 9/10

Bellezza: 8,5/10

Le spese: 6 euro = colazione al Bar de La Mesa (ottima con mirtilli freschissimi!) + 11 euro = Albergue Castro + spesa Albergue Castro = 6 euro; + bibita 1 euro = 24 euro

Le mie dritte:

1. La tappa è più rognosa del previsto (io l’ho fatta più lunga di 6 km…la maggior parte della gente si ferma prima di Castro), soprattutto se parti tardi come me: il sole può essere veramente sfiancante sulla salita dopo la diga;

2. L’Albergue di Castro costa un po’ ma è una struttura nuovissima, molto attrezzata e curata. Troverai cibo buono, cucina, snack sempre a disposizione;

3. Ricordati che dopo La Mesa e fino a Grandas de Salime (totale 16 km) non ci sono bar né posti ristoro (lungo il Cammino a volte trovi distributori automatici o aree di ristoro automatizzate);

4. Organizzati in tempo per l’indomani: ti aspetta un’altra tappa breve fino a Fonsagrada (19 km), oppure uno strappo di 45 km se vuoi arrivare al primo paese attrezzato con posti per dormir successivo (O Càdavo).

Perché quando pensi di avere capito tutto del Cammino, quando ti senti ormai una viandante di professione, e già ti immagini a veleggiare oltre i 50 chilometri al giorno, ecco che arriva una tappetta dall’apparenza inoffensiva che zitta zitta cacchia cacchia ti porta alla casella d’inizio del gioco dell’oca.

Allora, andiamo per gradi: il Cammino, lo abbiamo visto giorno dopo giorno, è anche un camminare di incontri e di confronti. Ieri, nell’emozionante scambio avuto con Z., ci siamo donati reciprocamente il nostro tempo e le nostre storie. Un’addizione impegnativa, che come risultato produce un elevato conteggio di energia spesa, investita, e in questo speciale caso appunto vicendevolmente donata. Ma generalmente, anche se la strada per Santiago rappresenta la stuzzicante opportunità per rinfrescare il francese, espandere l’inglese, rafforzare lo spagnolo…è un’esperienza che va fondamentalmente percorsa da soli.

E così, oggi con Z. ci siamo presi una pausa e ognuno è filato dritto verso il proprio destino.

Una vista mozzafiato è sfilata per lungo tempo alla mia destra tra le trame di legno del bosco, con in fondo al centro l’occhio d’un azzurro scuro e immobile di un grande lago. A mezza via incontro una coppia di italiani deliziosi, ci facciamo qualche foto, ci presentiamo ed esce fuori che di cognome fanno Miracolo e Lazzari…lo prendo come un ottimo segno personale per un prosieguo radioso, e non manco di complimentarmi con le stelle per il loro nomen-omen sensazionale.

Tutto bene pare, anche se mi accorgo poco a poco che la mia testa oggi vola altrove e il mio cuore è proprio a spasso, preso da altro. Ho voglia troppo spesso di fermarmi e così arriva la fatica.

Conclusa la lunga discesa nel fresco, inizia una più lunga salita asfaltata dalla diga a fondo lago fino al pueblo dove ora mi trovo, Castro: diciassette chilometri di sole a picco.

Cosa succede, perché non sono quella di ieri? Possibile che le emozioni possano giocare un‘influenza così estesa su gambe, fiato, articolazioni? Mi rendo conto oggi più che mai di quanta differenza facciano anche solo due o tre chili in più nello zaino. Mi fermo, faccio picnic e svuoto l’acqua nell’esofago per procedere più leggera. Qualcosa migliora, e tanto mi aiuta l’ascolto di Ora: il disco che più di qualsiasi altro mi fa compagnia nella marcia iniziata a Irun.

Finalmente la vista del delizioso Albergue di Castro appare come una succulenta oasi nel deserto. Alla fine arrivo dunque, comprendo e imparo: oggi doveva essere la mia giornata di fatica e solitudine, perché alla fine della fiera siamo soli con noi stessi ad affrontare le più grandi difficoltà.

E alla fine comprendo e imparo anche questo: mai abbassare la guardia, mai dare nulla per scontato. Stamattina avevo scalettato un super programmino per portare a casa il Primitivo in otto giorni, ma la verità è che non posso prevedere nulla, con buona pace per la vanità. Non posso dire oggi quando arriverò a Santiago e se arriverò a Santiago a piedi. C’e solo da avanti con umiltà, e camminare giorno per giorno.

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