CdS3: puoi vederci quello che ci vedi tu

La scheda del Camino giorno#3: da Zubiri a Pamplona, 20,4 chilometri, percorso da 550 metri a 450, caratterizzato da saliscendi mai troppo pronunciati lungo il fiume Arga. 

Difficoltà percepita per Abha: 7/10 – Difficoltà percepita per Andrea: 6,5/10 – Feeling per Abha: 8/10 – Feeling per Andrea: 7,5/10. 

Le nostre impressioni: Abbiamo deciso di fare anche oggi una tappa non particolarmente lunga per due motivi: pernottare a Pamplona e poterla visitare con calma, ma anche per facilitare ulteriormente l’adattamento del corpo a più ore di cammino. Splendido il giro a Pamplona, piacevolissima l’accoglienza in hostal da parte di Rita, una adorabile volontaria tedesca.

Le spese: 9 euro in totale per la colazione al bar di Zubiri; 5 pausa caffè; 10 euro pernotto + colazione a persona. 6 pausa birretta; 40 euro in totale per cena di paella a Pamplona.


Il Cammino è fatto della misura in cui sono fatti i tuoi occhi, i tuoi piedi, il tuo cuore. Puoi vederci quello che ci vedi tu, decidere se farlo guardandoti la punta delle scarpe, l’orizzonte, o tutt’intorno. Puoi camminarlo più o meno a lungo nei giorni che hai a disposizione. Puoi decidere se proprio oggi vuoi superare i tuoi limiti. 

Lungo la strada di questa terza tappa fino a Pamplona abbiamo annusato finocchio e aneto selvatico, ci siamo sfamati con una manciata di susine piccole e dolcissime, ci siamo accorti di alcune melette pungenti sbucate ai piedi d’un albero e non abbiamo trascurato le more, sempre disponibili al passaggio della mano. 


In una pausa a metà mattina abbiamo tagliato e pulito le bacche di rosa canina e le abbiamo gustate con il cioccolato nero di Roncisvalle.

I frutti del Cammino sono lì, disponibili come le erbe e i fiori speziati, ma sono pochi i pellegrini pronti a porger loro attenzione. In tanti si fermano invece da noi e ci chiedono cosa mai stiamo guardando tra le frasche, se siamo dei botanici o cosa. 


Ma anche se gli occhi non sono sempre pronti a stupirsi delle meraviglie verdi nascoste nei boschi lungo il fiume Agra che ci accompagna dolcemente per una ventina di chilometri ancora, tutti i pellegrini dimostrano piedi coraggiosi come il loro cuore. 


Rosy è un’infermiera di Brisbane di mezza età. È venuta qui da sola come la maggior parte dei pellegrini, e cammina con il suo ritmo da est a ovest come noi, verso Santiago. In questi giorni abbiamo incontrato Rosy e decine di nuovi amici  vestiti come noi più e più volte lungo il percorso. Come una grande famiglia, giapponesi e croate, coreane e canadesi, tutti insieme con il proprio colore di capelli, con i propri corpi differenti, con storie dalle geografie così disparate da riempire tutto il mondo, ci siamo dati appuntamento nei caffè delle sieste, negli Albergue, lungo quel sentiero unico per tutti che cuce questa saga umana lunga migliaia di anni.


A volte lungo il Camino accadono incontri che durano molto più il tempo di ottocento chilometri di marcia, ed è quello che mi sembra di intuire per Rosy e Jerry ad esempio, un gentleman di San Francisco. A volte si lascia andare qualcosa di noi che pesa troppo nello zaino, a volte si porta con sé qualcosa di qualcun altro, come stiamo facendo con le Birkenstock della sconosciuta ciclista. Certi che prima o poi riannoderemo il nostro filo, tutti con tutti.

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