PERCHÉ PARLO DEL MIO DIGIUNO

15 ottobre 2018, il mio digiuno Giorno #6

Di nuovo in treno, diretta al nord, vi scrivo per dirvi perché vi scrivo.

Perché mai condividere un percorso personale, in fondo intimo, in ogni caso molto particolare con la piazza degli amici di Facebook?

Se sfogliate i miei post, vedrete che l’unica cosa che attrae i miei pollici sulla tastiera senza tasti dell’iPhone, sono le cose belle. Sono scorci di vita che parlano di musica e raccontano il mondo che incontro, tutti accomunati da un medesimo osservare la meraviglia e la speranza, la gratitudine e l’eroicità, la bellezza che circola ogni istante intorno a noi.

Non mi interessa criticare, giudicare, polemizzare, e infatti di questo mai mi occupo.

Non mi interessano i dibattiti politici, rifuggo dalla cronaca nera, non voglio sapere niente di ciò che fa terrore e terrorizza.

E non dico che sia giusto fare così, però sono io, è il mio modo di interpretare la vita.

Quindi: condivido solo ciò che penso che penso possa contenere un messaggio prezioso, utile, interessante. Dal mio punto di vista benefico.

Per me l’esperienza del digiuno porta con sé il messaggio della straordinarietà del nostro corpo, della capacità di scavallare le paure dell’inconscio collettivo, di staccare dalla bocca il ciuccio delle dipendenze con un gesto che diventa puro ascolto di noi.

Eppure non sono qui a consigliarla a nessuno. E così, forse, anche senza l’atto del digiuno queste parole possono donare un po’ di forza e coraggio in più, maggiore fiducia in noi stessi, uno “wow! ma è davvero così facile?” (da declinare ognuno nella proprie cose, a modo suo) come in tanti mi state testimoniando.

Questa esperienza insomma per me è bella, potente e speciale. Quindi la condivido.

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