Quando perdere è vincere

Cammino Primitivo, giorno #7

Da Lugo ad As Seixas

Km: 33

Difficoltà: 7/10

Bellezza: 8,5/10

Le spese: Albergue de Peregrinos: 6 euro + donativo merenda: 3 euro + lavatrice/essiccatrice = 1,5 euro . Totale = 10,5 euro

Le mie dritte:

1. L’Albergue de Peregrinos di As Seixas è fantastico! Davvero uno dei migliori. Super pulito, economico, con cucina attrezzata, tutto perfetto. Inoltre è grande, ci va poca gente è quindi trovi sempre posto;

2. Se vuoi fare un viaggio come me, ovvero meno convenzionale, lontano dagli affollamenti, ti consiglio di non fermarti dove si fermano tutti ma di fare tappa in piccoli villaggi dove trovi sempre posto e tanta pace, come nel caso di As Seixas;

3. Se arrivi presto in Albergue come è successo a me oggi, ti consiglio di sceglierti un letto vicino alla presa elettrica, per tenere il cellulare a portata di mano (fidarsi è bene, non fidarsi è meglio);

4. Se hai desiderio di lavare per bene i tuoi panni nella lavatrice e asciugarli nell’essiccatrice dell’Albergue, chiedi ai tuoi compagni se qualcuno vuol farlo con il te: a parte il risparmio di qualche euro nel dividere la spesa, è davvero uno spreco energetico far partire tutte queste macchine ogni giorno…visto che sono anche enormi;

5. Considera che questo genere di essiccatrici sono potentissime: mettile sempre a un basso giro, altrimenti rischiano di spappolarti i vestiti 🙂

6. Trattandosi di un’altra tappa senza bar intermedi, ti segnalo un punto ristoro donativo poco prima di Ferreira delizioso (si chiama El Ricon de l’Arte), gestito da una bellissima artigiana spagnola che vende le sue creazioni in cuoio offrendo a libera offerta spuntini da mangiare e bere.

Li possino, a Fabio e Wojtech: quando mi è arrivata questa foto su whatsapp, non ho potuto fare a meno di sentire il richiamo di unirmi a loro.

Me ne stavo tranquilla qui sul Primitivo, con il piedino destro che sta cominciando un po’ a scapocciare (è quello cui, anni fa, mi sono lesionata i legamenti, e da allora la caviglia è il mio punto debole). Lo vedo un po’ gonfio nella zona del malleolo e la notte mi duole sempre più.

Per questo negli ultimi giorni ho rallentato, portandomi sotto ai 40 chilometri, e ormai a 98 da Santiago. Avevo così previsto di fare tre tappe tra trenta e poco più da Lugo, ma poi ecco che ieri mi arriva la foto dei miei amati bodyguard superatletici, che avevo salutato alla biforcazione tra Nord e Primitivo.

Per puro caso si sono rincontrati dopo giorni: perché ieri Fabio ha preso una strada contromano arrivando in bocca a Wojtech.

Mi chiamano, sono lanciati verso l’impresa di arrivare a Santiago venerdì o al massimo sabato: roba da 50 chilometri in due tappe e, nel caso di Fabio, la sfida è di fare tutta una tirata di 100 chilometri, con qualche ora di riposo dove capita, ma senza fermarsi in un Albergue.

E così aspettano pure me sabato per la festa finale davanti alla cattedrale.

Ma perché, vi chiederete voi, tutta questa smania di fare presto, quando il bello è proprio il percorso, gustarlo per bene, più che arrivare primi alla meta?

Beh, perché questo incredibile Cammino lo puoi interpretare in tanti modi diversi. E se senti la chiamata al movimento, a dare di più, a risvegliare la tua energia vitale…anche questo è un ottimo motivo per la tua personale chiave di lettura.

Lo scorso anno era stato per me un cammino di condivisione e contemplazione. Questo invece è il Cammino per la mia mente e il mio corpo. Che si stanno rigenerando e ricaricando incredibilmente con questo eccezionale contatto con la dinamica del camminare senza pensare in mezzo alla natura.

Sento che questa è la mia priorità stavolta, più che perdermi con il naso nella guida nei paeselli, nelle chiesette, o in nuove amicizie.

E così mi viene voglia. Mi viene voglia di fare oggi (giovedì) 46 chilometri fino a Melide, e poi altri 52 fino alla periferia di Santiago; con il bonus di almeno altri 5 fino al centro città.

Metto la sveglia alle 4 del mattino, preparo tutto la sera prima per essere fuori dell’Albergue di fine Lugo (scelto un chilometro dopo il centro per avvantaggiarmi ancora di un po’) alle 4:30.

Ma alle 2 di notte il piede riprende a fare male. Mi sveglio e decido: non sarò a Santiago sabato, e va bene così. La prima cosa è che io mi prenda cura di me, anche se riabbracciare Wojtech e Fabio con foto tutti insieme nella piazza centrale sarebbe stato speciale.

E così oggi giornata calma, e di serendipity come piace a me, che ti fa capire che stai facendo la cosa giusta, che sei sulla strada giusta: iniziata già con i segni di un destino benevolo. Mi accorgo che la password per entrare/uscire dall’hotel, come mi hanno segnato su un foglietto è incredibilmente la stessa che ho usato per un anno, fino a pochi giorni fa!

E così, di coincidenza in coincidenza: incontro un gruppo di nord-irlandesi che mi racconta di cornamuse e di tradizioni d’una terra che non conosco ancora e che con loro mi ha ufficialmente invitata a una visita. Apprendo che il più bel festival celtico si tiene insospettabilmente nella cittadina bretone di Laurient, dove guardacaso vive il mio adorato amico Momo…e questa sarà di sicuro l’occasione certa per andarlo a trovare.

Sfilo accanto a due italiane, e non posso credere alle mie orecchie, mi stanno nominando: parlano di una certa tecnica-Abha, e poi mi spiegano che in realtà la “Aba” è una terapia per aiutare i bambini autistici.

Incontro fiori, galline, papere, lumache.

Mi fermo sotto un albero per una pausa, e conosco Joanis: è un violinista professionista tedesco, cammina bene ma più lentamente delle bodyguard: e già ci siamo dati appuntamento per domenica, per una nuova festa a Santiago.

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