14 ottobre 2018, il mio digiuno Giorno #5
Allora, facciamo un po’ di chiarezza. Mi rivolgo soprattutto agli amici affettuosamente preoccupati per me 🙂 …dunque, procedo per punti:
1. Non ritengo serio e nemmeno utile l’approccio a una pratica profonda come il digiuno con lo scopo di dimagrire; per questo non parlo di chili o non mostro foto “fisiche”. Che tanto quei chili, lo ripeto, se non si cambiano le abitudini scegliendo una via salutare, tornerebbero al solito posto di prima;
2. Fare un breve digiuno-reset non ha niente a che vedere con un invito anoressizzante all’inappetenza: non sono mai stata secca e non intendo esserlo, mi piacciono le curve e la naturalezza. In più adoro mangiare, adoro cucinare, adoro prendermi cura del mio palato mangiando non tanto per mangiare, ma spendendo per nutrirmi del cibo migliore, o nei ristoranti capaci di esprimere un’alta qualità;
3. Al tempo stesso sono fermamente convinta che alcuni alimenti non siano salutari, e tendenzialmente li evito (ma senza talebanesimi), quindi chi mi conosce sa che mangio farine (specie se con glutine), zuccheri (specie se bianco), latticini (a meno che non siano super stagionati), alcool (eccezione per qualche dito di rosso), caffè (passi uno al giorno)…con grande moderazione;
4. Dopo anni di studio appassionato su questi argomenti in controtendenza, soprattutto nella patria della dieta mediterranea, dopo anni di ricerca sui libri e su me stessa, sono qui a condividere la mia personale esperienza di digiuno, cui sono approdata dopo aver sperimentato il digiuno intermittente, una giornata di digiuno settimanale per due anni, e tante altre pratiche con ottimi risultati sulla mia salute;
5. Questo tipo di digiuno è breve, assolutamente gestibile in una vita normale, e non presenta alcun rischio. Non lo dico io, ma il medico con cui mi confronto quotidianamente, esperto di digiunoterapia. E se fate un po’ di ricerche, scoprirete che ci sono tanti medici e tanta letteratura scientifica accreditata (sfogliate ad esempio riviste prestigiose come PubMed, Nature, Science) che sostengono con un notevole volume di pubblicazioni quanto il digiuno sia una pratica straordinariamente salutare;
6. Tuttavia, come ho già ho spiegato nel post del giorno #2 (quello in cui racconto più approfonditamente come funziona il digiuno), non ho nessun titolo per dare consigli a nessuno su questo argomento e non intendo farlo: questi post rappresentano la semplice condivisione di un’esperienza personale. Quindi, per chiunque sia interessato all’argomento, posso solo dire di rivolgersi a un medico o a un esperto di fiducia.
7. Essenzialmente mi sento giusto di ribadire che, secondo i miei studi, il digiuno è un processo fisiologico, cioè del tutto naturale: dalla nascita dell’uomo 2,5 milioni di anni fa, sino all’avvento della coltivazione stanziale dei cereali 10.000/8.000 anni fa (cioè l’altro ieri rispetto a quando siamo nati), l’essere umano integrava con assoluta normalità il digiuno nella sua quotidianità. Cioè non era assolutamente necessario mangiare tutti i giorni, e l’uomo di quel tempo era fortissimo e robusto, aveva un’altezza media di oltre 175 cm, camminava per 30 km al giorno e se moriva era perché viveva in condizioni ambientali estreme, ma di base era in forma come un decatleta. Anche per questo ritengo l’alimentazione paleo (di base vegetale, con un uso morigerato di proteine animali e un piccolo quantitativo di frutta) la più congeniale al nostro essere.
Quindi…gioite per me! Perché questa esperienza non ha nulla di punitivo, nulla di triste, nulla di limitante…anzi! Per me significa prendermi cura di me, significa espandere il mio potenziale in termini di salute e benessere e so che ne uscirò ancora più energica e sana, con una chiarezza e una freschezza fisica e mentale che già percepisco nettamente.
Quindi…vi mando un abbraccio leggero e consapevole dalla Val d’Orcia, dopo l’incontro con il mio amico medico esperto di digiunterapia, che oggi mi ha fatto anche le analisi del sangue, mostrando il perfetto equilibrio tra la mia contenuta glicemia e i miei ringalluzziti corpi chetonici.
Mi ha portato in un posto straordinario, dove i fossili e le conchiglie di 5 milioni di anni fa sono depositate sulla terra friabile di questa zona come fossero sassolini lasciati dal vento dell’altro ieri.
Accecata dal sole, ho appoggiato una di queste piccole perfette conchiglie sulla fronte, a ricordarmi che nel Pliocene qui c’era acqua, tanta da creare un mare.
In fondo quel tempo lontano, quel “mare di anni fa”, ondeggia ancora intorno e dentro di noi: perché i nostri antenati possano continuare a indicarci la via più naturale per camminare su questo pianeta.