DIGIUNO: UN’AVVENTURA INTERIORE

10 ottobre 2018, il mio Giorno #1

È iniziata esattamente 24 ore fa, e mi sento benissimo. Non parlerò di chili persi, o di aspetti estetici, perché questa pratica non ha niente a che vedere con il dimagrire fine a se stesso.

Questa pratica merita un’attenzione e una serietà che va ben aldilà di qualche chilo perso che si rimetterebbe subito allo stesso posto, se lo stile di vita resta lo stesso di prima. E poi, men che mai, questa pratica non ha nulla a che vedere con un invito anoressizzante al non-mangiare, anzi: l’invito è a un ascolto sempre più profondo, che ci porti a mangiare sempre meglio e sempre in maggior contatto con quel cibo realmente capace di nutrirci e donarci grandi benefici.

E così questa pratica, sin dalle prime ore, si rivela come una profonda avventura interiore.

Prima di tutto arrivano le resistenze, il senso di incapacità, se non di impossibilità a contatto con le credenze dell’inconscio collettivo (“non ci vedo più dalla fame”), con il bisogno di mangiare anche quando non c’è bisogno, con la fame che ti viene per forza perché è l’ora di pranzo o l’ora di cena.

Ma oltre ai sorprendenti risvolti psicologici, quest’antichissima pratica – che negli ultimi anni è oggetto di studi sempre più frequenti da parte della comunità scientifica – ha uno scopo ancor più prezioso: è profondamente salutare.

Mettiamo il nostro corpo al riposo dall’immane lavoro digestivo quotidiano ininterrotto da chissà quanti anni, e i benefici sono straordinari, ne parleremo più avanti.

Certo, come tutte le cose bisogna muoversi bene e con coscienza. Io sono approdata al nastro di partenza consultandomi con un medico con cui mi confronto quotidianamente, dopo aver studiato e letto tanto, e dopo aver praticato per quasi due anni una giornata di digiuno settimanale, avendone misurato su di me i benefici fisici e mentali.

Oggi, insomma, ho completato il mio giorno #1. Non temete: sto benissimo, sento il mio corpo che respira, tutto appare dentro e fuori di me più leggero e facile. Si sa che le prime ore sono le più dure da affrontare, ci sono così tante abitudini aggrappate alle tue sensazioni, ma se ti ascolti più attentamente, quello che ti accade dentro è straordinario: un grande movimento si espande indisturbato nei tuoi organi, il tuo corpo si sta predisponendo a una pulizia grande come al cambio di stagione. La tua dimora splenderà come quando la colf ha campo libero, e questo accade solo se la casa è vuota e tu non sei lì in mezzo ai piedi. La sensazione di fame come arriva, se ne va. Ed è meraviglioso constatare come con la giusta calma e chiarezza mentale riesci a danzare armoniosamente anche con uno dei richiami più potenti cui siamo sottoposti costantemente: basta passare accanto a una panetteria che ha appena sfornato il pane, basta sedere in treno accanto a una signora che mangia di gusto il suo pranzo, basta sentire il tipico rumore di una mela croccante, morsa in strada dal ragazzo con cui stai aspettando il verde al semaforo pedonale.

Siamo molto più forti di quanto ci raccontiamo, siamo molto più resistenti di quanto è scritto sulla carta d’identità, siamo molto più coraggiosi e inclini al cambiamento di quanto le nostre abitudini abbiano detto per noi.

E ogni giorno possiamo inventarci un’avventura nuova e straordinaria, a capofitto in noi stessi, misurandoci, ascoltandoci e riscoprendoci daccapo.

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