CAMMINO…SUL SERIO

Cammino di San Benedetto, giorno #1

Da Norcia a Colle del Capitano

(Tappa 1+2 di 16)

Km 32

Difficoltà: 6.5+6.5/10 (se le fai insieme come me, la difficoltà sale a 7.5/10)

Bellezza: 9/10

Non è uno scherzo partire da Norcia. Anche se col sorriso di Giusi tutto è più facile. Dopo una notte di vero riposo al Capisterium, dopo aver gustato la fogliata con erbe di campo di nonna Silvia per colazione, il mio Cammino di San Benedetto, padre dell’Europa, ha ufficialmente inizio.

Con una passeggiata al centro storico.

Quanti di voi, amici musicisti, avete partecipato negli anni ai corsi musicali animati da Fausto Di Cesare proprio qui a Norcia?

Ecco, ciò che resta della splendida cittadina umbra è quanto si vede nelle foto: una piccola L’Aquila. Dopo due anni e mezzo, tutte le risorse sembrano concentrate su puntellare ciò che – proprio L’Aquila ce l’ha insegnato – dovrà comunque cadere giù e sulla costruzione delle Sae (soluzioni abitative in emergenza) che fiancheggiano con le loro sagome prefabbricate tanti chilometri di cammino, da Norcia in poi.

Le attività commerciali soffrono l’abbandono dei turisti – mi dice il salumiere con uno sguardo – il tempo è come congelato a quella mattina del 30 ottobre 2016, dove la gente era miracolosamente in piedi per grazia dell’ora solare, prevista proprio quella domenica dove la vita piombò improvvisamente giù per terra.

L’albero fiorito accanto al palazzo distrutto, la scritta “Bellezza Umanità Verità” sotto la statua vigile di San Benedetto, la scritta graffiata sul cantiere (“piazza dimenticata da Dio…e dagli uomini”) sono i fiocchi che cuciono la cicatrice di cui percorrerò la dolorosa lunghezza.

Con Giusi e Andrea, comunque, è solo l’inizio: perché per me loro sono già i miei amici di Norcia. E al Capisterium tornerò a fare sosta ancora attraversando Il Cammino delle Terre Mutate dal 24 giugno al 7 luglio (siete tutti invitati).

E così saluto e vado, mi metto in cammino dopo l’ultima foto scattata da Giusi: davanti al fiume Torbidone, riemerso proprio dalla potenza del terremoto, che ne riaprì tremendamente la vena sigillata dal 1979.

Procedo agilmente fino a Cascia, e dal suo bianco (fuori) e (dentro) colorato Santuario il Cammino si tinge di meraviglia. Sulle tracce di Santa Rita accadono miracoli di bellezza: il passaggio di sentiero a lei intitolato è una lingua di bosco scolpita nella montagna, tre chilometri a mezza costa che tolgono il fiato. Si giunge quindi a Roccaporena, paese natale della Santa, avvolto in una semplicità mistica che vale la pena respirare, lasciando una preghiera e un bacio sulla pietra.

Il sole scorre intanto nel basso orizzonte, il Cammino mi chiama ad accelerare. Anche stavolta farò un percorso più intenso, meno tappe, più chilometri, non ho tanto tempo per indugiare.

Mi manca ancora una stupenda porzione di bosco, immersa in una quiete tale da dare il nome a questa via (“la via del silenzio”), e mentre un vento ignaro della primavera sferza le foglie e i capelli, ecco le dita rosate del tramonto trascolorare in sera.

Giusto il tempo di agguantare con lo sguardo la mia meta: l’agriturismo di Colle del Capitano, dove da lontano i colli delle oche mi segnalano che sono arrivata, mentre i cani di tante fogge diverse si dispongono in posa sulla porta di legno, un idillio campestre che fotografo con l’ultima luce del giorno.

Intanto Piera è già in cucina a spadellare, con il figlio Saverio che prepara tutt’intorno. C’è un gruppo di motociclisti tedeschi con le birre davanti e Daniele per loro suona la chitarra; all’altro tavolo intanto un sacco di amici del posto arrivano a fare banchetto. Mi dicono che qui è sempre sabato sera.

Ma questa è la storia che sto ancora gustando, e che racconterò domani.

…il mio Cammino sarà presto on line con molte maggiori informazioni su www.lonelyplanetitalia.it

www.camminodibenedetto.it

www.ilmondodiabha.it

#donneincammino

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