Le spese: 5 euro Albergue de Peregrinos di Berducedo + 5 euro alla tienda di Berducedo. Totale = 10 euro
Le mie dritte:
1. Da Tineo a Berducedo non ci sono negozi, dunque rifornisciti prima di partire;
2. Se decidi di fare la strada della montagna passando per Hospitales (più dura ma più bella), preparati al vento e al freddo. Se è brutto tempo, fai la via di sotto, perché non è una buona strada da fare con i lampi e i tuoni;
3. L’Albergue de Peregrinos di Berducedo è orrendo…ce n’è un altro molto più carino, ma se non prenoti non troverai mai posto (in alta stagione);
4. A Berducedo comunque trovi un negozio di alimentari e un paio di bar/ristoranti, dunque una volta lì sei salvo 🙂
La tappa di oggi, cioè di ieri 13 agosto, è stata troppo potente per poterne scrivere subito.
Forse perché il 13 agosto era una giornata che aspettavo da tempo potesse arrivare a compimento: è una data simbolica di lunga vita, oggi che è il centesimo compleanno di una donna che per me è un esempio vivente, di come tutto possa accadere, realizzarsi, sorprenderci sempre: Tao Porchon Lynch, che ha appena compiuto un secolo, è la più anziana maestra di yoga in attività.
Oppure semplicemente perché il 13 agosto era il giorno della montagna, della tappa più lunga finora compiuta, e al valico mi aspettava lo scavallamento di tante paure.
Così è iniziata con una notte insonne: l’orologio che non scorreva mai, questo cavolo di prurito che mi tormenta da 20 giorni (sono stati i tafani? gli insettini nei letti degli Albergue? paranoia?), l’attesa della sveglia alle 4 di mattina, l‘1:21, poi le 3:00, poi basta, alle quattro meno dieci mi alzo, butto tutto fuori dalla stanza, infilo sacchetti e sacchettini nello zaino e nel cuore della notte m’incammino.
Non sapevo che mi avrebbe aspettato il bosco, per ore, nella notte. E di notte il bosco è buio pesto.
Prima di entrare, una piccola preghiera al cielo si è tramutata in un’immediata stella cadente.
Tutte le paure dovevano sorgere lì, valicando appena la sua porta oscura. Io che poi non sono stata mai amante del buio, e questo mia mamma lo ricorda bene. E invece niente, nessun timore, nessuna sensazione di pericolo. Solo tanto ascolto, attenzione, come un animale con le orecchie più appuntite, lo sguardo aguzzo, i piedi presenti su ogni foglia, pietra, pezzo di legno.
Ore di cammino nel buio e nel silenzio fino a un soffio. Un soffio costante che mi ha accompagnato invisibile. Mi fermo per qualche minuto, scrutando nell’intrico di rami e di ombre per capire quale bestia potesse essere. Cervi soffianti? Cinghiali soffianti? Lupi soffianti? Orsi soffianti? In quel momento le pensi tutte, soprattutto se sei una schiappa in flora e fauna.
Il soffio mi seguiva, non c’è che dire, e la cosa non era divertente. Ma non aveva logica: insomma, ‘sta creatura non si stancava mai, soffiava indefessa al mio fianco da 10 minuti…senza un cedimento.
E così, quando la paura è svanita, ecco che sono comparse le bestie del soffio, tutte insieme: le stramaledette pale eoliche…a poca distanza, aldilà del bosco!
Uscita dal tunnel di rami e rampicanti, quando il cielo cominciava già ad albeggiare e le ombre dei cavalli asturiani lampeggiavano nelle pupille illuminate dalla mia frontale, ecco arrivare il bacio di una seconda stella cadente.
Mi aspettavano quasi 1800 metri di dislivello, 45 chilometri, la tappa più dura del Cammino. Ma in questo 13 agosto 2018 io mi sento una forza nuova e bellissima nelle gambe e nel petto, una forza leggera e potente.
Il mio apparato psico-fisico scivola sulla salita come una palla sulla pista da bowling. Scorrono le ore e i chilometri.
Finché incontro lui. Era inginocchiato nella chiesetta ai piedi della montagna, si gira verso di me appena si alza dalla sua preghiera. Ci riconosciamo, e condividiamo una giornata indimenticabile. Così speciale che non voglio aggiungere una parola alle fotografie che abbiamo scattato insieme.
La montagna stupenda, i paesaggi a perdita d’occhio su ogni fronte, il volo dei rapaci nel vento, gli animali allo stato brado sulla terra. L’impresa di quarantacinque chilometri scorsi via. Ogni istante vissuto come l’unico, giorno della vita..