PERSEGUITATA DALLA GIOIA

Italia Coast to Coast

da Marcellano a Civitella del Lago

Tappe 9/10

Km 47

Difficoltà 9/10 (per l’imprevista lunghezza)

Bellezza: 10/10

Diciamo la verità: vi ho fatto preoccupare un po’. Mi spiace Silvia, Lucia, Simone, Gloria, mi spiace per i tanti amici che mi hanno mandato messaggi oggi, allertati dalle pessime condizioni meteo.

In realtà oggi ero più preoccupata di voi: quando ho scoperto stamattina, durante la meravigliosa colazione preparata da Silvia gustata in due ore di totale relax, che i chilometri della tappa odierna non sarebbero stati ventisette ma ben oltre i quaranta, forse quarantasette. Una svista che è stata un’eccellente maestra di vita.

Prima di partire per il C2C, avevo chiesto a Simone – come già per il San Benedetto – una tabella di marcia particolare. D’altronde se vuoi fare la reporter di cammini, ti tocca pedalare! Ma senza bicicletta. Cioè, anche se l’andamento ottimale è rispettare i chilometri consigliati sulla guida tappa per tappa, nel mio caso, con tanti cammini sul groppone da fare in pochi mesi, spesso mi tocca l’impresa del tappone. Simone all’inizio si metteva le mani nei capelli: non conoscendomi era preoccupato che potessi non farcela. Poi ha capito che non vado veloce ma non mi fermo mai, mi lamento poco e guardo avanti, camminando letteralmente tutto il giorno. Quindi abbiamo trovato il nostro compromesso, che ci ha portati con ottimi risultati fino qua.

Qualche giorno fa, poi, gli ho chiesto gli straordinari: il 10 maggio devo arrivare a Firenze a tutti i costi, e quindi abbiamo dovuto ulteriormente comprimere le tappe. Quella di oggi risultava comunque “appena“ di ventisette chilometri, quindi stamattina me la sono presa comoda. Mentre me ne stavo beata affacciata sul giardino alla Molinetta però, spippolando la guida insieme a Silvia, i conti proprio non mi tornavano. Naturalmente anche l’infallibile Simone può commettere una svista ed io, colpevolmente, non avevo mai verificato i suoi calcoli. E ora che ho conosciuto Angela Serracchioli, vorrei chiamare questo questo piccolo errore una vera e propria dioincidenza, come dice lei. Per tutte le cose buone che ha portato.

Prima cosa mi insegnato molto, cari camminatori: tutti noi, me compresa, dobbiamo davvero studiare bene la tappa del giorno sulla guida. Non si scappa da qui: troppo spesso leggo sui gruppi dei cammini domande a cui la guida risponderebbe perfettamente se solo avessimo occhi per leggere…e credetemi, a volte ci casco anche io a sorvolare con la sensazione di aver già capito. Ma non basta una lettura superficiale: la tappa va veramente studiata e le guide di Simone, di Angela, degli amici delle Terre Mutate, sono esaustive in ogni aspetto, pennellate a perfezione.

Quindi, verso le 10, sobbalzo su una sedia del B&B di Silvia e mi metto gambe in spalla. La giornata non si sarebbe dovuta interrompere così bruscamente, le ore passate con questa donna straordinaria mi hanno lasciato ammutolita di gratitudine. Le riordino mentalmente giusto ora, che non ho ancora avuto tempo di riprendere fiato: Silvia è una cuoca sopraffina che mi ricorda l’indimenticata Piera Di Crescenzio del Cammino di San Benedetto, capace di coniugare gli antichi sapori umbri con la creatività e la modernità di una donna curiosa e innamorata del nostro tempo. La sua casa racconta tanto di lei: i decori, e soprattutto le ghirlande così finemente cesellate dalle sue mani. Ma il momento più bello è quando Silvia mi ha confidato l’ingrediente segreto delle sue ricette: Radio3. Sì avete, avete capito bene! Ieri, quando ci siamo viste per caso per la prima volta in strada lungo il cammino, e l’ho accompagnata a fare la spesa alla famosa macelleria Carletti di Collesecco, dopo pochi minuti che parlavo si gira guardandomi con aria strana e mi chiede: “Ma com’è che fai di cognome?“.

Bene, Silvia mi ha riconosciuto dalla voce perché è trent’anni che ascolta Radio3. Nella sua cucina mi ha mostrato il punto strategico dove tiene la radio e mi ha raccontato una cosa bellissima: “Ascoltare Radio3 mentre cucino non mi fa sentire una sguattera. Mi fa sentire che anche i miei piatti semplici si nutrono di qualcosa di nobile, e sicuramente la mia cucina migliora per questo”.

La cena di ieri è stata una festa, nel letterale senso del temine: nell’elegante salotto di casa, Silvia ha accolto dieci amici per una cena sua tipica: ci sono i vicini di casa Nicky e David, con alcuni colleghi di lui dalla Francia e dalla Spagna. Gli antipasti della tradizione fatti con le sue speciali pizze imbottite con cicoria di campo e tre varietà di salumi. Formaggi di capra e buon vino hanno fatto il resto, mentre il piatto forte è venuto dopo, con gli umbricelli conditi con asparagi, guanciale tostato, pepe, uova, pecorino e parmigiano: una sorta di carbonara al sapore di campo. A rendere croccante il menu c’erano i biscotti salati alla salvia e i dolci attinti dal ricettario della mamma con le sue quattro sorelle, in particolare i biscotti all’uvetta, anice e vino bianco della nonna Assuntina. Tanto buono il dentro, quanto il fuori: il giardino di Silvia è lo specchio della sua idea di casa, proponendo un’ordinata armonia in cui spicca una stupenda varietà di rose. Stamattina, mentre mettevo su il poncho, i pantaloni K-Way, il sacco per coprire lo zaino, consapevole di stare per imbarcarmi per un’avventura d’acqua e vento, mi ha fatto il dono più bello: ha preparato un bouquet delle sue rose più speciali, le piccole rosate Cecil Brunner, e me lo ha infilato in una tasca dello zaino. Stasera, appena finirò la mia traversata, ne ascolterò il profumo.

E torniamo alla tappa, alla tappa da vera perseguitata dalla gioia. Non poteva iniziare peggio, con un diluvio fitto e diagonale, sferzato da un vento così potente che mi ha spazzato via l’amato ombrello sghembo. Passando per Castelvecchio, mi si accosta una macchina: è Brunella, la salvatrice dei camminatori, e nessuno che passi da lì non l’ha incontrata. Come per tanti altri, mette in moto il suo personalissimo piano di emergenza SOS-Coasters: anche se è domenica e la città sembra ancora imbambolata dal sonno, mi prende e mi ristora per quindici preziosissimi minuti, mostrandomi anche la preziosa chiesa dietro casa.

Cammino sotto altra acqua per venti chilometri, in salita fino a Todi. L’attraversamento della magnifica città mi dona forza ed entusiasmo, la tentazione di fermarmi è grande, ma non posso: da lì a Gloria mi aspettano oltre gli altrettanti chilometri fatti. Quand’è così, ricorro anche alla corsa: intendo in senso letterale, e chi cammina con me sa che lo faccio sul serio. Se sono in serio ritardo, nei tratti di discesa passo dal trotto al galoppo, facendo molta attenzione a dove metto i piedi, soprattutto se il fondo è così bagnato. Quando poi, dopo Acqualoreto, mi rinfilo in un bosco incantato, con i passi che si fanno pesanti come non mi era mai successo, il fango spesso e colloso tanto che le scarpe sembravano con le zeppe sotto e il mio andamento si fa lento, quasi impossibile…a un certo punto arriva la resa. A un certo punto è solo l’invasione della gioia. L’acqua dappertutto, non ho più da scansare pozzanghere, il sentiero in salita è un rigagnolo in discesa, gli uccelli però cantano felici. Il verde è di accecante bellezza ora che la pioggia si è attenuata, tutto risplende di luccicante grazia. Un’energia straordinaria si impossessa di me, sguaino i bastoncini come le spade di un samurai. Comincio a mulinare con le gambe e le braccia con incredibile leggerezza, mi viene da ridere. Gioia, gioia allo stato puro per la fortuna di essere sola a scoprire questo bosco, a lasciarmi godere lo spettacolo della vita.

Arriverò che sarà già calato il tramonto, Gloria da Cittadella del Lago mi manda messaggi anche se non sempre posso risponderle, perché la pioggia va e viene, la batteria è andata giù parecchio, le mani sono bagnate e devo rimanere concentrata sulla strada. Ma so che sarà una bellissima storia da condividere con lei e la sua famiglia, non appena la abbraccerò.

Italia Coast to Coast

Tutta la storia su www.ilmondodiabha.it #ragazzeingamba #retenazionaledonneincammino #italiacoast2coast

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