Cammino Primitivo giorno #9/Cammino di Finisterre giorno #1
Da O Pedrouzo a Santiago e poi ad Augapesada
Km: 29
Difficoltà: 6,5/10
Bellezza: 8/10 (per l’emozione di arrivare a Santiago…sennò niente di che)
Le spese: 7 euro + frutta donativa sul monte gozo: 1 euro. Totale = 8 euro.
Le mie dritte:
1. Arriva a Santiago il prima possibile: solo così potrai evitare un’infinita coda (in alta stagione) per entrare in cattedrale. Fai in modo di arrivare alla cattedrale alla 7 (orario di apertura) o alle 8 di mattina;
2. Alle 10 c’è la famosa messa per i pellegrini in italiano, dall’amatissimo Don Fabio…per chi fosse interessato;
3. Se vuoi fare la Compostela, idem: il pomeriggio la cosa può protrarsi per ore. Falla la mattina prestissimo;
4. Hai la possibilità, quando ti fai fare la Compostela, di farti fare anche il conteggio chilometrico ufficiale. Servizio al costo di 3 euro;
5. Ormai il business dei pellegrini fa sì che ogni cosa si paghi: lo zaino non può più entrare in cattedrale, dunque organizzati per lasciarlo in Albergue, oppure c’è un deposito al costo di due euro;
6. Se arrivi la domenica (come me) considera che i supermercati sono tutti chiusi e la messa in italiano non c’è;
7. Una buona tattica, che fanno in tanti al fine di arrivare prestissimo a Santiago, è di fermarti la sera prima a O Pedrouzo (dove trovi sempre posto), o sul Monte Gozo.
Oggi c’è tanto sole a Santiago
La cattedrale non è più un lavoro in corso,
È mattina presto, non piove
E sono così tanti i cambiamenti che vedo in giro,
Che mi chiedo se davvero abbia già fatto questa strada.
Oggi sono arrivata per ripartire. Perché non c’è meta geografica, in verità. Ma faccio tappa a Santiago, per godermi qualche ora la festa dei 905,7 chilometri camminati fino qui.
Per godermi una birra con Wojtech, che è qui ad aspettarmi. E per godermi la sorpresa di rincontrare Martin, il mio adorato giovane amico che ho salvato sotto la pensilina di una fermata dell’autobus 700 chilometri fa quando portava sulle sue spalle 18 chili di zaino e pioveva che dio la mandava.
Mai mi sarei aspettata di trovarlo qui…ha preso un bus ed è saltato in avanti di 200 chilometri dal Nord, domani lo aspetta il Portogallo.
È una festa riabbracciarli, vederli per la prima volta insieme sapendo che sì, tra qualche ora partirò verso la fine della terra, ma loro si godranno alla grande l’ultima sera di Martin in Spagna e diventeranno sicuro ottimi amici.
E poi la cattedrale oggi è uno spettacolo. A rendere ancora più magica l’atmosfera, irrompe sullo sfondo di un assolo di gaita un gruppo di giovani pellegrini, che con una grande croce al centro, con balli e canti, invitano tutta la piazza a stringersi intorno al loro pazzo cerchio.
Ma è tempo di andare oltre, se indugio ancora un po’ non mi muovo più. E così zaino in spalla verso Finisterre, pronta a scavallare il muro dei mille chilometri camminati in meno di un mese. Le frecce segnaletiche hanno ricominciato a contare chilometri alla rovescia.
Dopo appena 15 scarsi però, malgrado le mele lasciate generosamente in un cesto per il passaggio pellegrino, mi sento improvvisamente stanca. In fondo ho una notte con poco sonno addosso, è scoppiato un caldo incredibile ed è già tardi.
Chiamo l’Albergue più vicino: completo. E il prossimo è a 10 chilometri.
Mi sa che stanotte sarà la notte della panchina.
Trovo un villaggetto su una stradina con quattro panchine appunto, sorvegliate a vista da un paio di case. Il paesello si chiama Augapesada.
Mi presento ai proprietari delle due villette, che stavano in giardino a prendere fresco, chiedo loro se è tranquillo accamparmi lì per la notte, mi dico che certo, capita che i pellegrini lo facciano e così comincio a predisporre le mie cose.
Finché…finché Loli Rudiño. Questa signora bella e naturalmente elegante, mamma di Thais cantante rock finalista a La Voz spagnola – come mi mostra con giusto orgoglio – , viene da me con cibo, acqua, pomate, è una benda nuova per il mio piede. Dopo 5 minuti mi invita a stare da lei.
Sempre avere fede. Sempre. Soprattutto dopo essere passata per Santiago di Compostela.