TUTTI PER TUTTI, UNO PER UNO

La Lunga Marcia del Cammino nelle Terre Mutate

Tappa #8

Da Castelluccio ad Arquata del Tronto

Km 22

Difficoltà: 8/10

Bellezza: 9/10

Il risveglio a Castelluccio è un sogno tibetano sulla piana striata da colori vivacissimi: il contraltare piatto della famosa “montagna dai sette colori” peruviana, si trova nella provincia perugina.

La Valle delle Aquile è l’agriturismo che ci ospita, gestito da Rodolfo Bertoni. Un uomo deciso dal sorriso dolce, che mi racconta di come la sua famiglia abbia perso tutto nel terremoto: la casa, il bar nuovo nuovo, e altri appartamenti sparsi a Castelluccio.

Poi lo slancio più forte di qualsiasi paura, lo slancio di ripartire con un progetto: nasce così la Valle delle Aquile, l’agriturismo con vista e colazione a strapiombo, entrambe indimenticabili.

Mentre assaggio la sua ricotta bio con un ghirigoro di morbido miele e il prosciutto spesso e saporito come quello di una volta, gli chiedo senza giri di parole: “Ma noi, concretamente, cosa possiamo fare per voi?”

Mi risponde che a loro non interessano le chiacchiere, e in fondo nemmeno le donazioni. L’umica cosa che conta veramente è “lavorare, per ricostruire la casa dei nostri genitori”.

Ecco dunque cosa possiamo fare davvero noi per loro: venire e tornare qui, mandarci amici e parenti, a fare una vacanza in luoghi dalla natura selvaggia, una vacanza – o un cammino – solidale. Come le Terre Mutate. Basta spiegare cosa mettere nello zaino, regalare la guida di Terre di Mezzo, comprare un biglietto per Fabriano, con ritorno dall’Aquila.

Dico a Rodolfo che sono una reporter, e in quanto tale raccomanderò con vero piacere il suo agriturismo. Ma la sua risposta non la posso dimenticare:

“Non promuovere me – mi dice -, promuovi tutti. Promuovi Castelluccio, perché la rete è fondamentale: se non vieni da me vai da lui, e se non vai da lui, vieni da me”.

L’arrivo nei pressi di Arquata del Tronto ci vede festeggiati dalla Pro Loco della vicina Pretare: il nostro passaggio fa affacciare la gente alla finestra, la fa scendere in strada per chiederci, capire, cosa ci stanno a fare questi pazzi che vengono a camminare fin qui, con un caldo mai visto da queste parti.

Ho iniziato la giornata nell’agriturismo di Rodolfo, imparando dalla sua generosità a piegare la prima persona singolare al nome collettivo; la finisco da Stefano ed Elena nei pressi di Arquata del Tronto, al Rifugio Mezzi Litri.

E con loro scopro la storia più bella:

Elena lavorava per la Protezione Civile, Stefano era il fornaio di Arquata. Si conoscono nell’emergenza, quattro giorni dopo il 24 agosto 2016.

Si innamorano e cominciano a sognare anche loro il loro progetto: che trova forma in un rifugio con 21 stanze, dal nome che suona di qui: si rifà a un vicino canalone sul Monte Vettore, una parete di roccia chiamata appunto Mezzi Litri.

Come Rodolfo, anche Stefano nel sisma aveva perso tutto. Ma in Elena ha trovato l’amore, e il coraggio di alzare la testa, la mente occupata da un‘idea molto ambiziosa:

Rendere la montagna inclusiva, disegnando percorsi anche per i disabili, che potranno soggiornare nel loro Rifugio 100% accessibile. Intorno a loro, una rete di amici che producono prodotti locali a chilometro zero, a disposizione delle cene e delle colazioni.

È fondamentale pensare in termini collettivi, tutti per tutti. Ma è ancor più importante riconnettersi alla propria passione, rintracciare la ragione per risollevarsi da sé. Uno per uno. Con la forza di un progetto più forte della paura.

www.ilmondodiabha.it

(il racconto completo presto su #movimentotellurico e #lafreccia. Con approfondimenti su #lonelyplanetitalia)

#movimentotellurico

#camminonelleterremutate

#federtrek

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *