CHE DONNE

La Lunga Marcia del Cammino nelle Terre Mutate

Tappa #3

Da Camerino a Fiastra

Km 21

Bellezza: 9/10

Difficoltà: 8,5/10

Di Sofia avevo già scritto ieri, mi sono innamorata subito dei suoi occhi dolcegiacchio, dei suoi capelli selvaggi ma eleganti. Ma dopo avere passato un po’ di tempo con lei, posso dire ora che l’ammiro. Ammiro il suo coraggio e il suo sorriso, con cui mi racconta a microfono aperto di come perdere tutto per ritrovare l’essenziale.

“Da mio nonno ho ereditato ad Appignano un casale del Settecento, andavo lì fin da piccola. È per questo che in quel posto ho voluto costruire il mio sogno, creare un agriturismo, e ho impiegato anni per ristrutturarlo… due mesi dopo aver pagato l’ultima rata del mutuo è venuto il grande terremoto del 24 agosto 2016. Oggi, anche se la mia casa è così ferita, ho deciso di vivere lì accanto: perché non c’è nessun altro luogo al mondo dove voglio andare ad abitare“.

Ammiro il modo con cui abbraccia la vista del Lago di Polverina, inebriato dal sapore delle ciliegie che ci rendono ghiotti come bambini, e spennellato di giallo dal profumo delle ginestre.

Ogni tappa nelle Terre Mutate compone il tassello di un puzzle sbriciolato, fatto di chiese e case claudicanti, sorrette da puntelli di legno e metallo, cinte da fasciature colorate, tenute insieme in modo illogico, pezzi che sembrano comunque destinati a cadere giù.

Il nostro passaggio attraversa un paesaggio di boschi mozzafiato, di viste a perdita d’occhio sui campi gialloverdi: ma appena l’occhio ti cade vicino, è inevitabile la compagnia di edifici macabri come bocche sdentate, dove gli elastici e le lamiere disegnano giganteschi apparecchi odontoiatrici, e i monumenti sono trasformati dai crolli in istallazioni di arte contemporanea.

Mentre cammino al fianco di Sofia, imparo ad guardare le SAE con i suoi occhi: “sembrano i bungalow di un villaggio turistico”. Ovviamente il suo commento tiene conto del ruolo indispensabile delle strutture abitative estemporanee, “ma non si può trasformare la cultura della gente di montagna nello stile di vita di chi abita casette perfette con i fiorellini alle finestre o in riva al mare, dove non manca niente, e dove manca tutto”.

Ieri conosco anche un’altra grande donna del nostro gruppo: era tempo che volevo incontrare Cristina Menghini. Lei è la camminatrice dei record, oltre 30.000 chilometri nelle gambe in poco più di 10 anni di zaino in spalla. Anche per lei il Cammino di Santiago le cambiò la vita, e da allora (era il 2008) non si è più fermata. Cristina percorre l’Italia in lungo e in largo, esplorando da pioniera decine di nuove vie, e accompagnando migliaia di persone a scoprire la dimensione del cammino con lei.

Ovunque vale la pena camminare, ovunque bisogna esserci con la spinta dei propri piedi, Cristina e il suo mantra “l’Italia nello zaino” c’è. Come nel nostro cammino, dove l’invito è sempre attuale: unitevi al nostro striscione che portiamo nel solco delle Terre Mutate. Per raggiungerci c’è tempo fino al 7 luglio, quando arriveremo all’Aquila.

www.ilmondodiabha.it

(il racconto completo presto su #movimentotellurico e #lafreccia. Con approfondimenti su #lonelyplanetitalia)

#movimentotellurico

#camminonelleterremutate

#federtrek

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