E poi finalmente il mare

Cammino di Finisterre, giorno #3

Da Olveiroa a Muxia

Km: 35,5

Difficoltà: 9/10 (per un sole mostruoso)

Bellezza: 9,5/10 (l’arrivo al mare ti apre il cuore)

Le spese: 4 euro = colazione + 5 euro spesa in strada + 13 euro = paella (il conto per le notti a Muxia verrà nei prossimi giorni). Totale = 22 euro

Le mie dritte:

1. Stupendo secondo me arrivare prima a Muxia e poi andare a Finisterre. Rigorosamente da fare tutto a piedi;

2. Non c’è altra possibilità che alloggiare da Peppe e famiglia, all’Albergue Muxia Mare. Se anche è da riservare con giorni in anticipo, non può mancare questa esperienza: lenzuola vere, asciugamani veri, ogni letto riparato da tendine salva-privacy, pulizia vera e il tutto a prezzo Pellegrino;

3. Vale la pena prendersi almeno una notte in più a Muxia: qui da Peppe, Asun e Noelia la gente non se ne vuole più andare. E così c’è chi ha rimandato il ritorno a casa, chi sta qui da 20 giorni e cerca lavoro, chi da mesi e sta cambiando vita, chi sta pensando di comprare un Albergue da affiancare al Muxia Mare…

4. Fatevi guidare da Peppe alla scoperta delle bellezze meno turistiche della zona, che sono ancora tante e stupefacenti, oppure fatevi organizzare il transfert privato per Santiago a prezzo imbattibile, o anche chiedetegli di essere aiutati per spostamenti nelle vicinanze…con lui tutto si risolve, senza contare che con lui è tutto facile, parlando un perfetto italiano!

Ma non quello del Nord, percorso e fiancheggiato per 515,3 chilometri, no: questo è il mare voluto e cercato, che sono venuta a trovare alla fine delle mie forze, con l’ultimo pezzo di suola nelle scarpe, con tutto l’amore che ho nei piedi alla propaggine estrema dell’Ovest.

Non si chiama ancora Finisterre, ma questo è il luogo che più mi era rimasto nel cuore. Ed è qui che oggi sono voluta arrivare, scegliendo al bivio di dargli la precedenza.

Scollinando boschi e prati, attraversando villaggi e asfalto e campi di grano negli ultimi 95 chilometri. Dopo due giorni di tappe più dure del previsto e i quasi 50 di ieri per arrivare a Oliveiroa.

Finalmente il mare di Muxia. Il mare della fine e della rinascita. Finalmente l’abbraccio della famiglia che avevo salutato qui lo scorso anno, e che sono voluta venire a riabbracciare: quella di Peppe, di sua moglie Asun e della loro figlioletta Noelia, che in un anno è diventata una donna.

Loro sono la famiglia delle famiglie incontrate in Spagna, l’ospitalità come così non ce n’è tra le tante stupende ospitalità ricevute nei miei Cammini.

Peppe aspettava da giorni il mio arrivo.

Mi ha preparato una stanza tutta per me, mi ha fatto trovare un gruppo di amici italiani che sembra ci abbia camminato insieme da giorni, e una paella gigante preparata dal miglior ristorante della città, che abbiamo condiviso al tramonto davanti al suo Albergue, che è il più amato dai pellegrini giunti sin qui. Davanti al Albergue Muxia Mare c’è solo mare.

Con i suoi occhi grandi colmi di bontà e le sue storie di persone aiutate, soccorse, sostenute e che hanno trovato una casa nella sua casa, in mezz’ora mi ha aperto definitivamente il cuore. Sento che il mio viaggio deve finire qua. Perché non posso chiedere di più.

Certo, domani è tempo di Finisterre, dell’ultima tappa, e ancora chissà. Ma i miei piedi già hanno cominciato a tornare sulla terra, qui io in fondo mi sento già un po’ tornata.

È tempo di ricaricare le ultime energie, di spegnere la luce nella mia stanza silenziosa sul mare. Domani un altro mare. E la fine della terra.

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