La Lunga Marcia del Cammino nelle Terre Mutate
Tappa #5
Da Ussita a Campi
Km 23
Difficoltà: 9/10
Bellezza: 10/10
Una delle caratteristiche della Lunga Marcia è l’arrivo a ogni paese che incontriamo in parata, dietro allo striscione “Ricostruire ora case e comunità”. Arriviamo così a Visso, che con la sua piazza preziosa era uno dei borghi più belli d’Italia, e che ora ha un centro storico nemmeno visibile da lontano. Siamo buciati da un sole tremendo, che mette alla prova la nostra passione per questo progetto:
ma sia Beatrice, che ha 24 anni, sia le due Maria (Grazia e Incoronata) che ne hanno 72, marciano con noi: sono i nostri estremi anagrafici, e in mezzo ci sono decine di uomini e donne di ogni condizione fisica, di ogni grado di allenamento ed esperienza, forma e dimensione.
Il gruppo è sempre più unito, unito per davvero. Lo si capisce da un gesto, all’apparenza piccolo ma nella sostanza grande: alla fine di una tappa sinceramente impegnativa, con pendenze notevoli e temperature insostenibili, ci sediamo in una radura di fronte a un paesaggio mozzafiato, prima della discesa finale che ci avrebbe portati a Campi. Gabriele tira fuori dallo zaino un melone, un grosso frutto maturo e succoso, che a portarlo fin qui sicuramente gli è costato fatica. Senza pensarci due volte, comincia a tagliarlo in tante piccole fette. Le distribuisce tutte, tranne una, che tiene per sé.
Ecco in un gesto condensato lo spirito di questo cammino, che è un cammino corale. E a Campi ci prepariamo a vivere una serata corale, una serata straordinaria.
Inizia con una difficoltà logistica, che come spesso accade in Cammino si trasforma in una grande opportunità: arrivati alla Fonteantica, la stupenda struttura ricettiva di Giovanni, un casale del Settecento rimasto intatto sotto la “grande botta”, scopriamo che non ci sono tutti i posti letto disponibili che pensavamo di trovare. Giovanni non ci pensa due volte e ci invita a sistemarci in ogni angolo dell’incantevole dimora di famiglia: non un ostello dove ci si arrangia alla buona con un arredo spartano a prova di camminatori numerosi e carichi di oggetti ingombranti, ma dove tutto è invece curato come in un hotel di charme.
Immaginate la scena, un gruppo con decine di zaini pesanti, le scarpe polverose, a dividersi camere e divani e bagni e docce e pavimenti per poter far fronte a una piccola emergenza.
Giovanni Angelini Paroli nemmeno ci fa caso, ci fa fare come fossimo a casa nostra; e per di più non vuole nulla in cambio, chiede giusto di lasciare una donazione alla Pro Loco di Campi. La cena è proprio lì, e appena arriviamo capiamo il perché di quell’invito: ad accoglierci c’è Roberto Sbriccoli, il lupo capobranco di questa cittadina che continua costantemente a franare, e che ci guarda tristemente da lontano con le sue finestre buie e le sue porte chiuse. “L’arca di Noè”, come Roberto ha ribattezzato questo grande edificio che è diventato il tetto-ammiraglio per la gente di qui, è stato inaugurato 18 giorni prima del sisma, ed è rimasto anche lui perfettamente intatto. Grazie a uno spirito di condivisione straordinario, proprio come il simbolo di quel melone diviso per tanti da Gabriele, è riuscito a sfornare qualcosa come 300 pasti al giorno nei momenti di emergenza, ospitando decine e decine di persone per mesi e mesi. Durante la cena allegra e ricca, a chilometro zero, Roberto ci racconta tutta la sua avventura: la lotta con una burocrazia che rema contro, le difficoltà degli anziani che rischiano di perdersi nel dolore, il coraggio di esserci in nome dei genitori che a Campi stanno concludendo la loro vita. Roberto c’è, Roberto resiste, e con lui sta rinascendo una nuova Campi, con una generazione piena di energia, pronta a guardare al futuro.
“Back to Campi” è lo slogan che campeggia ovunque qui, perché la speranza è un ritorno al passato, in dimensione di futuro.
Perché venire a Campi? Perché dormire a Fonteantica?
La risposta la dà Giovanni Paroli: “Dicono che il monte Vettore è diventato più basso, ma sono sicuro che voi non ve ne accorgete…il terremoto i paesaggi mica ce li ha portati via!”.
www.ilmondodiabha.it
(il racconto completo presto su #movimentotellurico e #lafreccia. Con approfondimenti su #lonelyplanetitalia)
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