Cammino del Nord, giorno #13
Da Caborredondo a Serdio
Km 38
Difficoltà: 9 (per la lunghezza)
Bellezza: 8,5 (se fosse stata su sterrato, sarebbe stato 19 e lode)
Le spese: 15 euro di spesa al minimarket a pochi chilometri da Serdio + 6 euro al market di San Vicente + 6 euro Albergue. Totale = 27 euro (che comprende anche la colazione del giorno dopo).
Le mie dritte:
1. Guarda bene la cartina prima di affrontare ogni tappa: se vedi che è su strada asfaltata che lambisce la spiaggia, buttati a camminare in spiaggia. Sarà più ventilato e potrai abbeverarti frequentemente alle fontanelle degli stabilimenti;
2. Sarà banale ma è fondamentale con queste temperature: ricordati ogni volta che puoi di mettere la testa sotto l’acqua con anche il cappello, così da tenerti fresco il più a lungo possibile;
3. Sulle strade, cammina sempre contromano: anche questo è un consiglio elementare ma qui, visto il traffico di pellegrini su strada, gli automobilisti ci contano in maniera particolare;
4. Un piccolo consiglio di galateo del Pellegrino: la mattina quando ti svegli non fare tutte le tue operazioni di sistemazione zaino/vestizione/unguentamento piedi nella camerata: sarai apprezzato se porti il tuo zaino fuori della stanza per fare tutto ciò che vuoi;
5. Idem per la torcia: meno la usi, meno rischi di cacciarla in faccia a qualcuno che dorme…come hanno fatto stamattina a me :-((;
6. Non dimenticare mai che gli altri siamo noi, soprattutto sul Cammino: se puoi dare una mano, offrire qualcosa che serve a qualcuno, fallo. Esattamente come se lo stessi facendo a te stesso.
I miei piedi hanno ripreso a funzionare, e tutto grazie a Little Italy. Dopo 12 giorni di condivisioni in inglese, spagnolo e francese, e parlare in altre lingue in qualche modo ti protegge, ti rende più leggera, cambia il suono della tua voce, accompagna con un diverso modo di formulare i pensieri il tuo rinnovamento, ora che vivo a contatto col Camino da quasi due settimane, l’assaggio del ritorno in Italia ci sta.
Serena l’avevo già incontrata negli ultimi giorni, ma non avevamo mai avuto un momento nostro. Che arriva grazie proprio alle mie vesciche. Dopo una giornata trascorsa a cercare di spostare il baricentro del mio appoggio a ogni passo, per andare a colpire millimetri di pelle ancora sana, questa giovane entomologa di Verona (mi spiega che non è proprio entomologa, ma comunque studia gli insetti rari), dolce e determinata, mi dà un’occhiata da lavoratorio alla pianta dei piedi come ha fatto con il cervo volante che si è appena posato sulla sua mano: e con un sospiro compassionevole si offre di bucarmele.
Non fateci caso: al Camino ogni sera è tutto uno spulciare piedi e passare farmaci, spalmare creme e fare capannello intorno ai casi più gravi. Serena mi insegna la regola d’arte: dopo aver disinfettato ago e filo, li si fanno passare entrambi da parte a parte, cosicché le bolle d’acqua possano continuare a spurgare. È un’operazione meno cruenta di quanto possa sembrare, in realtà non senti proprio nulla né col buco né al passaggio, ma in cambio il sollievo di non avere più quei bozzi doloranti è immediato.
Mentre gli diamo sotto con ago e filo, progettiamo la nostra fuga dal Nord: lei è stata sul Primitivo, io ho fatto il Cammino di Finisterre e ci contagiamo reciprocamente con due prospettive che si apparentano bene con i giorni disponibili di entrambe.
Intanto si aggiungono a noi, nella piscina svuotata dell’Albergue Izarra che funge da cortiletto, Fabio e Nicola. Il primo è un camminatore di grande esperienza, viene da Vicenza e di media riesce a macinare anche 45 chilometri al giorno usando solo i sandali da trekking (con i calzini): mi persuade che è fondamentale poter contare su una doppia tecnologia di scarpa, per cambiare i punti di appoggio e far respirare i piedi, soprattutto nei tratti asfaltati.
Nicola invece è napoletano e vive a Bologna, la sua passione sono le maratone. Mi regala un paio di calzini antivesciche, che mi stanno aiutando tantissimo ora mentre vi scrivo camminando, e mi equipaggia anche di una dettagliata serie di simil-compeed.
Grazie a Little Italy, insomma, oggi cammino con più coraggio verso la mia nuova prospettiva, tagliando la stupenda cittadina di Comillas, le spiagge di San Vicente, il meglio del turismo marino cantabrico me lo godo in una sola giornata, visionare le foto per credere: peccato appunto che il Camino ti obbliga troppo spesso a passare su strada. Arrivata in cima al cocuzzolo di Sierdo alle 7 di sera, dopo 38 chilometri portati a casa e con un caldo allo stesso grado, ritrovo soltanto Fabio, Marko e Marieta interpreti di questa stessa fatica, poi tutti amici nuovi…forse dunque abbiamo saltato un altro livello.
Ed è qui, nel lettuccio con le lenzuola di carta dell’Albergue di Serdio, che ripenso agli stupendi messaggi di pancia e di cuore che mi avete inviato. Grazie a voi ho compreso che la soluzione migliore è quella più controintuitiva: calendario alla mano, ho un paio di giorni di tempo per decidere il dafarsi. Per vivere ancora un po’ di sensazioni del Norte e arrivare giusto in tempo a Llanes dove passa il bus per Oviedo. Potrò decidere anche se fare tutto il Norte a piedi fino a questa bellissima città asturiana, in tal caso ne avrò ancora per una settimana, quindi mi aggancerei per le ultime due al Primitivo. Oppure appunto, potrei andarmene via in autobus tra un paio di giorni, per attaccare subito il Primitivo e tornare anche quest’anno a Muxia e a Finisterre nei restanti giorni disponibili.
Non c’è tutta questa fretta, insomma, ed è bellissimo sentire che va tutto bene, qualsiasi cosa accadrà.