Cammino del Nord, giorno #14
Da Serdio a Llanes
Km 38 (per vari giri di peppe…altrimenti sono 35)
Difficoltà: 8
Bellezza: 8 (splendidi paesaggi nelle debuttanti Asturie, e Llanes è una chicca…ma sempre troppo asfalto)
Le spese: 1,5 euro la mattina. + 3 euro al bar pomeriggio + 6 euro al market + 15 euro all’Albergue La Senda + 1,5 euro per l’asciugatrice. Totale = 27 euro
Le mie dritte:
1. L’Albergue La Senda del Pelegrino costa un po’ di più (15 euro), ma ne vale la pena: pulito, organizzato, confortevole, ti fanno pure il picnic incluso nel prezzo per la colazione se vuoi partire presto (come ho fatto io);
2. Se non ce la fai ad arrivare fino a Llanes, allora puoi fermarti a Pendueles, all’Albergue Aves de Paso (consigliato da Nieves), che Fabio mi ha detto essere semplicemente sensazionale (con offerta consapevole);
3. Mi sto rendendo conto che le mie belle scarpe “La Sportiva” da 200 e più euro si sono in realtà esaurite: me lo ha confermato Fabio. Quindi, prima di affrontare il Camino, comprati delle scarpe nuove e testale per qualche giorno. Un Camino basta a esaurirne un paio;
4. Scegli sempre la strada più facile per te: guarda dove metti i piedi e vai sul facile; non giocare col difficile, che qui lo paghi tutto;
5. Mi sto trovando bene a rimpomatarmi i pieri a ogni pausa che faccio: queste creme stanno andando di gran moda tra i camminatori, sono degli unguenti (come quello di cervo della Scholl) prodotti dalle migliori marche. Anche la Compeed ne ha una;
6. I famosi cerotti Compeed vanno bene per prevenire le vesciche, ma quando hai i “bozzi fanno solo pappa. Me lo hanno confermato i camminatori più esperti.
Nel tendere l’arco con una forza capace di ottocento è più chilometri si rischia di dimenticare che gli obiettivi di questo tragitto sono altri, e si accarezzano con appena un colpo di ciglia. Dettagli, che rendono ogni giorno un giorno capace di mostrarti con delicatezza qualcosa di prezioso.
Sono le lumachine aggrappate a grappoli su un albero qualsiasi…e quelle che brillano sul cemento bagnato;
Un padre e un figlio che guardano il mare;
Sono le gambe slanciate delle ragazzine spagnole (che non so cosa mangino, mai vista una generazione più in forma della loro);
È il ponte che ti dice che da questo momento sei nelle Asturie;
Sono i disegni delle foglioline sull’asfalto;
I giochi del fango;
E le composizioni lasciate in terra;
Una fotografia appesa a un albero di una ragazza che forse non c’è più;
È quella piccola invisibile croce gialla in mezzo a una selve di frecce a indicare l’unica strada da non prendere;
Sono due contadini affacciati dai loro campi che discutono di chissà cosa;
I messaggi per te dentro un passaggio sotto l’autostrada;
Un incidente tra due macchine proprio davanti ai tuoi occhi, questione di pochi istanti, dettagli di centimetri;
È una signora incredibilmente elegante e anziana che siede su una panchina. Forse è lì per se stessa, forse aspetta. Tira fuori uno specchietto e il rossetto in un gesto di una volta. Mi avvicino per osservarla meglio, mi domando se si stia vedendo come si è sempre vista, oppure quando diventi vecchia chissà se ti accorgi della differenza. La catturo in uno scatto, la trovo bellissima. E mi piace pensare che lui arriverà per sedersi accanto a lei.
In tutto questo perdermi nei dettagli…oggi mi sono persa in me stessa e nel percorso. Per ben sei volte ho ciccato la strada, e questo non trovare la via certamente è il messaggio inviatomi oggi dal Cammino al mio indirizzo personale.
Così sono arrivata alle 8 di sera quando ormai avevo mollato ogni tentativo di capirci qualcosa. Ad accogliermi ci ha pensato però un posto magico: La Senda del Peregrino di Llanes, con Carmen che riesce a mantenere il suo Albergue con la qualità di un agriturismo. Mentre è lì che mi spiega, qualcosa mi salta al collo: è Iva Genova, strepitosa ragazza bulgara dai mille ricci e dai mille talenti, capace di trottare per 35 chilometri al giorno senza perdere un millimetro in bellezza. Insomma, alla fine della fiera solo io e lei siamo arrivate quassù stasera. Il grande Fabio è rimasto a valle, stordito da un colpo di calore…e Nicola, dolorante alla gamba, è ancora più indietro con Jerzy. Tutti gli altri, ormai chissà.
Intanto, mentre vi scrivo, ho i piedi a mollo in una bacinella d’acqua di mare e l’hospitalera mi sta preparando la colazione al sacco per seguire il mio fioretto di domattina: svegliarmi prima per arrivare prima. Anche se nel mezzo c’è il piccolo dettaglio di 35 chilometri con salite varie da sistemare…