Meravigliosa creatura

Cammino del Nord, giorno #7

Km 31

Da Bilbao (Albergue Peregrinos) a La Playa La Arena

Difficoltà: 7,5

Bellezza: 6

Le spese: letto gratuito a La Arena :-)) + 11 euro di spesa al supermercato + sfizio dal cinese = 1,20. Totale = 12,20 euro.

Le dritte:

1. Dormi sulla spiaggia almeno una volta;

2. Spariglia la cadenza delle tappe che fanno tutti;

3. Carica il cellulare di audio, podcast e musica prima di partire: vi faranno una grande compagnia nelle tappe noiose come questa;

4. Porta tanta acqua se dovesse essere previsto sole battente: le lunghe passerelle a picco sotto il caldo sono quasi insopportabili;

5. Non dimenticare a casa il costume 🙂

Cosa aspettarmi dopo ieri?

Tutto, ma non quello che mi è successo oggi. Soprattutto perché la tappa odierna – almeno fino al suo sfociare nuovamente sul mare – è brutta…proprio brutta! Brutta e minacciosa. Dopo pochi chilometri sopra l’Overlook Hotel sono incappata in uno dei fatidici cancelli sul sentiero del Camino: e stavolta nascondeva due gigantesche mucche? buoi? tori? Sono un disastro in flora e fauna, lo avrete capito, ma in questo caso so solo che avevano corna enormi e che lo spazio per passare era veramente piccolo piccolo. Provate a ingrandire la foto, e poi ditemi cosa avreste fatto voi. Io ero sola, ho aspettato qualche minuto e poi mi sono detta:

“Okay, ma perché mai queste creature dovrebbero prendersela con me?”

Sono passata camminando piano e in silenzio, inviando tanti di quei “ti amo” agli imponenti quadrupedi che ancora fischiano loro le orecchie.

Poi chilometri e chilometri da macinare in solitaria, fino ai 31,2 segnati ora.

Nel mezzo okay, gli attraversamenti della bella Portugalete, della insopportabile Barakaldo…e giustappunto tanto troppo caldo, su una via praticamente sempre asfaltata. Che pizza immensa.

Finite o quasi le energie, a 10 chilometri dalla meta annunciata, Pobeña, su un’infinita passerella pedonale sospesa sopra all’autostrada, mi fermo per scolare le ultime gocce d’acqua nella borraccia, in stile assetata nel deserto.

È stato allora che mi è passato accanto. Un ragazzo stupendo, con un sorriso grande così, alto e forte, la chitarra in spalla insieme allo zaino da pellegrino e, più sopra ancora, un sacco di riccioli neri sulla testa.

Ci ritroviamo fianco a fianco, immersi in una conversazione fiume, a darci coraggio di buon passo con una serie di argomenti intrecciati tra di noi da renderci compagni di Camino in un minuto. Già, la fiducia, lo abbiamo già visto, è sempre questione di poco…e qui lungo la via è roba di uno sguardo.

Bene: Clément Leon è un cantautore, viaggiatore con un anno di ritiro in Birmania e un altro abbondante di esperienze fatte in Sud America, parla perfettamente tre lingue, è un terapeuta che usa la danza, la chinesiologia, la meditazione quali strumenti di un mestiere speciale. Vi dico tutto questo non perché mi sia innamorata di lui più di quanto mi innamoro di tante meravigliose creature in questo mondo:

vi racconto questo perché Clément è qui a camminare per il mio stesso motivo. E mentre io affrontavo stamattina i due giganteschi erbivori, lui si trovava davanti tre cagnacci minacciosi…li ha superati anche lui aprendo il cuore, scegliendo la fiducia invece delle minacce, o della paura.

In questo come in tanto altro ci siamo specchiati, confrontati, capiti, e infine aiutati.

Dopo la giornata massacrante che ho affrontato ieri, oggi è stato il suo turno: alla fine ha totalizzato 46 mostruosi chilometri, la maggior parte dei quali spesi a farsi quelle domande che hanno trovato risposta nel nostro incontro. Tirava fuori il suo taccuino di canzoni e di appunti di viaggio, per prendere nota delle nostre riflessioni.

Arrivati a due chilometri dalla destinazione, abbiamo deciso di fermarci qui, nella stupenda playa La Arena: dormiremo sulla spiaggia, continuando a raccontarci, a cantare e suonare.

Perché questa meravigliosa creatura mi ha regalato un assaggio da levare il fiato della sua ultima canzone, che gli ho chiesto di poter condividere qui: è troppo splendida per rimanere chiusa in un cassetto. Come i suoi sogni, come i miei sogni, come i sogni di tutti voi.

Mettete le cuffie e ascoltate a occhi chiusi. Sarete in viaggio con noi ora, nel tramonto del Mare Cantabrico.

“Je ne dépends que de dieu dès l’or je ne déteins pas, je suis l’homme au couleur vive et je suis libre de mes choix.

Je ne dépends que des dieux des l’or j’adore, tu sais mon dieu il est en moi.

Et dans le monde de mes esprits il n’y a qu’un jour qu’une nuit au plus profond de mes désirs si je m y détends j y lis l’avenir.

Entre les mondes j’entendais des chansons , entre les mondes j’entendais ton prénom…”

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