Italia Coast to Coast
Tappa #1/2 di 3 + #4
Km 39
Difficoltà: 8,5/10 (meteo incluso)
Bellezza: 8,5/10
Giacomo ha gli occhi speciali, si sarà sentito osservato parecchio l’altra sera, perché nella linea della sua palpebra ho riconosciuto uno sguardo che mi è molto familiare. Uno sguardo dove testa e cuore sono a servizio della vita.
Dopo il pomeriggio di pioggia battente, tre ore condivise con gli amici di un giorno Bart e Martine, sbuca all’orizzonte un cartello amico: Fattoria di Nonno Neno.
Ad accogliermi ci sono Carla, suo marito Nicola, la mamma di lei Agnese, ovvero la capostipite moglie di nonno Nazareno, detto Neno, appunto. Una vita insieme, dal 1969 fino a sei anni fa, quando Neno ha lasciato il corpo, a coltivare ettari di terra a legumi antichi e pomodori, che qui hanno un sapore che non conoscevo. Prima di cena arriva Giacomo: il quadro di famiglia è completo. Giacomo è un ex fotoreporter, in questa casa ha fatto alloggiare alcuni dei più brillanti colleghi che dall’aeroporto di Falconara partivano per raccontare con scatti preziosi il dramma dell’ex Jugoslavia. Per questo nella camera dove alloggio mi guarda fiera la ragazza di Sarajevo dalla celebre foto di Mario Boccia, che insieme a Marco D’Auria, Edoardo Giammarughi e altri hanno condiviso con Giacomo viaggi da qui e racconti.
Da Nonno Neno si mangia come a casa, anzi, come in una casa d’una volta: spaghetti con il loro sugo di pomodoro, affettati prodotti dal maiale che a ogni Natale diventa cibo per l’anno che verrà, soprattutto scopro i loro legumi speciali, presidi certificati e specifici del maceratese. I fagioli solfì cucinati con acciughe e peperoncino, i ceci quercia, piccoli e grinzosi, conditi con pomodorini secchi, pepe ed erbe aromatiche, le lenticchie con gamberetti e rucola. Legumi dalla pelle così sottile da fare un lavoro egregio in quanto a leggerezza nel nostro tubo digestivo.
Durante la cena si aggiunge anche la piccola Laura, figlia maggiore di Carla, e la tavolata è testimone la gioia dell’accoglienza raccontando storie di camminatori di passaggio anche solo per una pausa in bagno, come quei due ragazzi giovani e belli, che inaspettatamente ricevettero un caffè preparato da nonna Agnese e in cambio hanno lasciarono un dono ancor più
inaspettato: un’offerta di 50 euro per la loro attività donativa.
Eggià, perché la Fattoria accoglie i Coasters con formula donativa regalando l’esperienza di qualche ora in famiglia, ma è donativo anche il punto ristoro nel locale sottostante, che Giacomo ha attrezzato a museo agricolo, con gli strumenti di un tempo, che qui rintocca ancora vicino. Acqua, bevande, prodotti della fattoria di Nonno Neno sono sempre a disposizione per i viandanti, che hanno la possibilità di ricambiare come possono.
Ma la cartolina più bella della famiglia Scattolini me la porto dalla colazione di ieri mattina: nonna Agnese si sveglia con me, mi racconta con occhi saggi e voce onesta la vita di bambina che ha vissuto la guerra, di contadina che ama leggere i libri, di mamma e nonna pronta ad accogliere tutti. Mi racconta di quel cuoco di Bolzano in cammino per allontanare un terribile tumore, che da quando cammina (anche nel suo caso come in altri che ho ascoltato) si è arrestato.
Saluto la nonna con il migliore abbraccio che ho, costretta a una marcia di prima mattina: anche questa tappa promette pioggia, nom mi resta che filare dritto senza indugi.
Riesco ad arrivare asciutta sino alla bella Treia, poi è una prova continua di pazienza e resistenza. Quando cammini per ore e giorni di seguito sotto l’acqua gli amici ti dicono giustamente “chi te lo fa fare”: ma un Cammino non si sceglie nel periodo buono dell’anno, è il Cammino che chiama te, così è accaduto quando il Coast to Coast ha bussato alla mia porta. E anche se ieri non ho potuto fotografare le colline marchigiane cesellate di verde e ocra, anche se il freddo e l’acqua che ti entra dappertutto e il vento ostile e i colori tetri che incupiscono il paesaggio rendono l’esperienza meno perfetta, a me è sempre data l’opportunità di imparare.
Così, ad esempio, sono diventata più brava a scrutare il cielo per intuire squarci di sole e prevedere scrosci di pioggia, oppure ora so come bagnarmi di meno con l’attrezzatura che ho. Ciò che non ammazza, fortifica! insegna con brutalità la saggezza popolare. E a volte la lezione sta anche nell’arrenderti alla comodità: così per la prima volta in vita mia ho portato con me un catorcio d’ombrello minuscolo: mi copre appena la testa ma sai che c’è? L’ho benedetto così tante volte che non ne farò più a meno. Alla faccia di Tomb Raider.
Arrivata nella splendida San Severino, la cui bellezza esteriore dissimula la ferita ancora sanguinante lasciata dal terremoto, che ha portato così tanti edifici a essere abbandonati malgrado le facciate apparentemente salve, mi arrampico fino in cima verso le imponenti due Torri. È lì che mi aspetta il meritato conforto per l’impresa di pazienza e resistenza: la stufa accesa, il cibo squisito, l’amicizia sorridente di Paolo e Secondina hanno creato a fine giornata la serata più bella.
Italia Coast to Coast
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